La Venerabile Brigida Postorino

Brigida Postorino nacque a Catona (Reggio Calabria) il 19 novembre 1865, da Giuseppe Postorino e Francesca Marra. Dimostrò da subito un grande amore per Gesù, infatti a quattro anni manifestò al parroco il suo ardente desiderio di cibarsi dell’Eucaristia. 

A causa della sua età però le fu proibito fare la comunione, ma, una mattina, copertasi con uno “scialletto”, uscì di casa saltando da una bassa finestra. Si recò in chiesa, si confessò e fece la sua Prima Comunione, coprendosi un po’ il volto con lo “scialletto”, per non farsi riconoscere, e mimetizzando la sua statura.

I genitori, a sei anni, le fecero frequentare la scuola presso le Suore della Carità nell’Istituto S. Gaetano di Reggio Calabria per offrire un avvenire migliore alla figlia. 

Durante gli anni di collegio, nelle ore di ricreazione, scappava in chiesa e oltre a pregare, prendeva due rose di qualsiasi colore e le sfogliava e con i petali più belli formava la scritta “Ave Maria”. 

A nove anni, le fu concesso di far parte della Pia Unione delle Figlie di Maria, dove, in occasione della consacrazione, si era soliti fare, per estrazione, l’assegnazione dei nomi dei fiori rappresentanti le più belle virtù.

A Brigida, che desiderava il giglio, toccò il girasole, e dimostrando il proprio disappunto, si quietò soltanto quando dal Celebrante, l’Arcivescovo Sua Ecc.za Mons. Converti, le venne spiegato che il girasole è simbolo dell’amore dell’anima fedele che ama il suo Signore con ardore e costanza. 

Conseguita la licenza, lasciò il collegio per tornare in seno alla famiglia, che tanto amava, per dedicarsi, con Amore e Zelo, alla gioventù, e, aiutata dalla sorella Luchina, aprì una scuola privata gratuita nella casa paterna, per insegnare a leggere ed a scrivere ai fanciulli disagiati e poveri del vicinato. La vocazione di Brigida fu chiara e inequivocabile: infatti subito dopo istituì nella parrocchia, la pia unione delle “Figlie di Maria Immacolata”, dove fu educatrice, maestra di scuola, di ricamo e consigliera ineguagliabile, lasciando la scuola nelle mani di sua sorella.

Ha sempre alimentato la brama di amore, sino a quando la Madonna stessa, in un sogno-visione, le apparve di bianco vestita, con una cintura azzurra che le disse di uscire dalla casa paterna e fondare un istituto in suo onore.

Il 6 novembre 1898, con altre otto Figlie di Maria Immacolata, si trasferirono, dopo aver preso in usufrutto la casa di tre sorelle nubili, le sorelle Calabrò, che restaurarono e ampliarono. L’Istituto, a cui fu dato il nome  cui erano conosciute, ovvero “Le Figlie di Maria Immacolata”, ebbe molto successo, infatti si iscrissero, in poco tempo, circa duecento bambini per l’insegnamento e tantissimi al catechismo.

Il giorno dell’Epifania, Brigida pronunciò i voti religiosi, mentre le altre otto compagne li pronunciarono giorno 25 marzo. La carica spirituale di Brigida e la sua traboccante personalità, che manifestarono la sua attività intensa, si possono riassumere in “Amore- Zelo”.

Il gran terremoto del meridione del 28 dicembre 1908, però, rase al suolo la casa di Catona e molte Suore, Novizie e Postulanti, furono sepolte sotto le macerie. Alcune furono estratte morte e  altre furono gravemente ferite.

Madre Brigida non si abbatté e, con l’aiuto delle sorelle superstiti, riuscì a riprendere le attività e a far risorgere dalle rovine l’Istituto e, grazie anche alla comunità, riprese a vivere più forte di prima. 

La Madre e le consorelle lavoravano bene in mezzo la comunità, tanto che le fu chiesto di aprire nuove case. Per natura era incapace di darsi a metà, infatti nel tempo furono aperte altre case in tutta Italia, fino ad espandersi anche in Brasile e America.

Nel 1933 si ammalò gravemente e non riusciva più né a mangiare né a bere, per questo motivo fu sottoposta ad intervento chirurgico all’intestino. Per capire la sofferenza che Gesù ha vissuto sul Calvario, rifiutò l’anestesia. Purtroppo da quell’operazione non si riprese più, infatti si trasferì a Frascati e si dovette dimettere dalla carica di Superiora Generale perché era allettata e senza forze. 

Nel suo calvario, visse ogni vicenda della vita dell’istituto pensando sempre ai favori ricevuti dal Signore, e quando le consorelle andavano a trovarla per pregare con lei, raccomandava loro di amare e ascoltare sempre la Vergine Maria e di continuare il suo percorso.

Madre Postorino morì alle ore 17,30 di mercoledì 30 marzo 1960, giorno dedicato a S. Giuseppe, confortata dalla benedizione di Sua Santità Giovanni XXIII.

I presenti hanno attestato che negli ultimi momenti di vita, il volto di Madre Brigida Postorino si era trasfigurato in una bellezza angelica e ripeteva “Gaudens gaudebo in Domino; Signore accoglimi nel tuo seno; Oh Vergine Madre, rendi tranquille le tue Figlie” e invocando il nome di S. Giuseppe, cui era tanto devota, reclinò il capo.

I funerali furono celebrati nella Chiesa Madre di Frascati e furono imponenti. Una grande folla, commossa e riverente al passaggio della salma, sussurrava “Era una Santa!”. La Messa fu officiata da Mons. Biagio Budelacci, Vescovo ausiliare di Frascati, che le aveva amministrato gli ultimi Sacramenti.

All’uscita della Chiesa si intonò il Magnificat, canto che lei amava tanto, e la salma prima ti procedere al cimitero si fermò di fronte l’istituto. Venne tumulata nel cimitero cittadino fino al 30 aprile 1966, quando fu traslata nella Cappella dell’istituto della Figlie di Maria Immacolata.

150° anniversario della nascita della Venerabile Brigida Postorino